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La fotografia e il cinema in 3D è un tormentone nel mondo dell’immagine. Vedere fotografie come vediamo la realtà è sempre stato un sogno ricorrente. Già nel 1852, pochi anni dopo l’annuncio

di Arago all’Accademia di Francia che presentava l’invenzione della fotografia, J.B. Dancer, ottico in Manchester, propose una fotocamera stereoscopica. Aveva due obiettivi e riprendeva, come i nostri occhi, due immagini del medesimo soggetto. Per apprezzarne la tridimensionalità dovevano essere guardate attraverso uno stereoscopio, visore binoculare. Scomodo e macchinoso.

Scomodi e macchinosi sono stati sistemi che, fino ai giorni nostri, l’industria ha inventato: dalle immagini fisse a quelle del cinema e, ultime, quelle della televisione. Circa ogni trent’anni, il 3D ritorna. Il periodo necessario all’oblio del precedente fallimento commerciale. E’ di questi giorni la notizia, pubblicata nel sito sudcoreano ETNews, dell’intenzione di Samsung e LG di abbandonare la produzione di massa di televisori 3D. Dopo l’entusiasmo iniziale, indotto da sostanziose campagne pubblicitarie e dalla memoria corta della stampa di settore e no, nessuno se li fila più: mancanza di contenuti e macchinosità del sistema. Riassumendo: una sòla.

 

La colonna infame, la fine del 3D, Photokina e l'addio di Samsung alla fotografia

 

Da segnali, sempre più frequenti, pare che Samsung stia anche per abbandonare il settore fotografico. Nel quale, per la verità, non ha mai brillato. Anzi: poche fotocamere, pochi obiettivi. A settembre, a Colonia, si terrà Photokina, il salone internazionale della fotografia. Chissà se Samsung porterà in gita sociale volenterosi giornalisti, specializzati e no, come nelle passate edizioni? Parigi val bene una messa affermava Enrico IV. Nei nostri, più modesti, tempi una visita a Photokina, gratis spese comprese, val bene un redazionale. E.P.

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