Dal 18 marzo al 6 maggio parte l’undicesima edizione del Festival Fotografico Europeo. Tantissime mostre e incontri. E il 2 aprile, inaugurazione della mostra sulla Lituania di Edo Prando e Marina Macrì e quella di uno dei più grandi fotografi del Paese Baltico, Romualdas Požerskis.
Ventisette mostre, conferenze, incontri con autori, presentazione di libri, in altre parole: una panoramica sulla fotografia. È il Festival Fotografico Europeo, organizzato dall’Archivio Fotografico Italiano, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione.
L’immagine incontra il mondo, nelle stanze della fotografia, è il motivo conduttore dell’avvenimento, come spiega il curatore artistico Claudio Argentiero. Avvenimento diffuso sul territorio lombardo, precisamente nella provincia di Varese, che vede sedi espositive in prestigiosi edifici dei comuni di Legnano, Busto Arsizio, Castellanza e Castiglione Olona.
Mostre e incontri si terranno, secondo un calendario consultabile al sito, dal 18 marzo al 6 maggio 2023.
Una occasione per incontrare autori noti e altri meno, tuttavia tutti scelti per la validità delle loro proposte che spaziano dal reportage di guerra, al servizio geografico di grande respiro; dalla fotografia introspettiva a quella di moda, dalla vecchia-nuova fotografia Polaroid a quella attualissima dei cosiddetti Instagrammer.
LITUANIA IN MOSTRA
Uno sguardo particolare su un Paese europeo, la Lituania, è quello delle due mostre che saranno inaugurate il 2 aprile per rimanere aperte fino al 1° maggio a Villa Pomini di Castellanza.
La prima, Lithuanian Pilgrimages 1974-2001, è quella di uno dei migliori e noti fotografi lituani: Romualdas Požerskis. Sono immagini che documentano tradizionali feste religiose che, nell’epoca della dominazione sovietica, erano anche un ribadire l’appartenenza a una patria oppressa.
“Le voci del Silenzio” è la seconda mostra, firmata Marina Macrì e Edo Prando. Ritratti che fanno parte di un progetto, non solo fotografico, che racconta le deportazioni di massa dei lituani, ad opera dei sovietici, attraverso le parole di sopravvissuti e di loro famigliari.
Ritratti volutamente non in posa, non alla ricerca della “bella” fotografia, ma scatti rispettosi, non invasivi, realizzati mentre, nell’ambiente della loro casa, i soggetti raccontano le tragiche storie vissute cui sono scampati.
Vi aspettiamo all’inaugurazione di queste due mostre il 2 aprile a Villa Pomini di Castellanza alle ore 17.30.
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