Vincenzo Blasio era il mitico maresciallo della Scuola Militare di Mascalcia di Pinerolo. Militari e civili facevano la fila per frequentarla. Chi usciva da quella fucina aveva un mestiere
assicurato. Lo intervistai anni fa. Due cose lo rattristavano. Non aveva figli maschi cui trasmettere la sua arte e l’esercito stava congedando definitivamente muli e cavalli. Da tempo il motore li aveva sostituiti nella vita civile. I superstiti maniscalchi oggi lavorano negli ippodromi e nei pochi maneggi. La competizione è strenua. Non mancano i colpi bassi. Oggi chi vive di fotografia è come il Panda: a rischio d’estinzione. Nuove abitudini e nuove tecnologie stanno cambiando profondamente questo mondo. Le grandi agenzie internazionali vendono ottime immagini a pochi euro. Allora è un fiorire di workshop, di scuole, di testimonial. Anche i fotografi tengono famiglia. Salgado, nelle interviste, mette sempre in bella evidenza la fotocamera della marca che lo sponsorizza. “Davanti alla nostra porta c’è una fila lunga così di fotografi” confidano i responsabili marketing di grandi aziende. C’è chi accampa la mostra e chi la pubblicazione su giornali sconosciuti ai più. Altri mettono all’incasso la loro presenza su media più diffusi. Passa il tempo e l’entusiasta di una marca lo ritrovi fanatico della marca concorrente. Più che alla storia è meglio passare alla cassa. Niente di male. In questo caso il commercio è l’anima della pubblicità.
Non svelerò mai la mia fonte, ma c’è chi con la casacca di una Casa si rivolge alla concorrenza. Vorrebbe dimostrare, sottobanco, anche i suoi prodotti. Altri, in incontri debitamente sponsorizzati, se ne escono con una strizzatina d’occhio e giurano che l’attrezzatura usata non conta per nulla al fine del risultato. Di un vecchio partito oramai scomparso qualcuno disse: mangiavano, è vero, ma almeno sapevano stare a tavola. E.P.