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Credevo di essere un fotografo, invece sono un’autostrada. Potrebbe essere riassunta così la decisione di Getty Images una delle più grandi agenzie fotografiche mondiali, di concedere agli utenti del web l’uso gratuito delle sue immagini. Come riporta il British Journal of Photography, fanno eccezione le immagini di cronaca. Tutte le altre possiamo, già da oggi, usarle liberamente per i nostri siti e i nostri blog. Sono migliaia e migliaia di fotografie, scattate in tutti gli angoli del mondo e di ottima qualità.

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Getty Images uso gratuito foto sul web

La decisione è la presa d’atto del fatto che se una cosa è tecnicamente fattibile, questa cosa viene fatta. In barba a tutti i divieti. Il catalogo di Getty Images, come quello delle altre agenzie di stock fotografici è quotidianamente saccheggiato da migliaia di siti e blogger che non hanno nemmeno i mezzi per pagarne i diritti. Controllarli tutti è impossibile. Intentare causa a ciascuno è utopia. Le spese sarebbero superiori al ricavato. Invece di perdersi in sterili recriminazioni i dirigenti di Getty Image hanno avuto quella che, a tutti gli effetti, sembra l’idea vincente. Se il tuo nemico è più forte di te unisciti a lui, assieme potrete conquistare nuovi spazi. E’ il pragmatismo di chi guarda avanti e usa le opportunità offerte dai tempi. L’opportunità è usare l’immagine non come oggetto in sé, ma come una via di comunicazione, un’autostrada sulla quale far transitare annunci pubblicitari. Come stanno già facendo YouTube, Vimeo e altri.

Le immagini dell’archivio di Getty Image possono essere condivise esattamente come si condividono i video di YouTube. Si va nel sito di Getty, si copia il codice relativo all’immagine e lo si incorpora. La fotografia comparirà nelle pagine del nostro spazio web, corredata da didascalia e autore. Unica limitazione: non è permesso incorporare le immagini per scopi solamente commerciali. Nessuna limitazione per siti e blog che includano annunci pubblicitari tipo Google AdSense e simili. Un bell’aiuto per la nuova editoria web che, nella maggior parte dei casi, è basata su micro editori dalle limitatissime possibilità economiche.

L’iniziativa di Getty ha reso obsolete e anche un po’ patetiche, le lamentele di fotografi che hanno visto pubblicare, a loro insaputa, una foto in un blog della Nuova Zelanda o in un sito della Mongolia Esterna. Quelli che pensano di evitare il fatto tatuando sulle immagini vistosi watermark col proprio nome, magari preceduto dalla magica parola inglese Photographer, anche se scattano, prevalentemente, a Colle Fiorito di Sotto. E’ il web, bellezza, avrebbe detto Bogart. www.gettyimages.com

 

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