Un concorso fotografico non se lo nega nessuno. Sono di moda e si chiamano contest. Fa fino. D’altra parte i fotografi sono diventati photographer e gli scatti per strada street photography.
Anche se rimangono sempre “scenette”, come le definiva Farabola. Sì, quello della nota agenzia. Metteva in mano agli aspiranti fotografi una Rollei e imponeva loro di scendere in strada a riprendere “scenette”. Avevano a disposizione i dodici scatti del rullino 120. Non potevano scialare.
Oggi siamo sommersi da comunicati stampa, da locandine che invitano a partecipare al contest fotografico del tale o tal altro Ente o Istituzione.
Tempo fa, pellegrini del web, c’imbattemmo in FermoImmobile. Non era l’ingiunzione del caporale di giornata alla recluta. Era un concorso dal tema: “Fotografa un immobile dello Stato in giro per l’Italia, puoi vincere un riconoscimento di 1000 euro”. Era indetto, nientemeno, che dall’Agenzia del Demanio. I premiati cinque.
Con l’aria che tira in fotografia, mille euro valgono ben un concorso. Leggi il regolamento e… “I partecipanti autorizzano l’Agenzia del Demanio a utilizzare e riprodurre con qualsiasi mezzo e qualsiasi modalità… ivi incluse la realizzazione di cataloghi, pubblicazioni, pubblicità istituzionali, con l’unico onere di citare nome e cognome dell’autore delle foto…”.
Siamo andati a vedere l’esito del concorso sul sito dell’Agenzia: con i cinquemila euro dati ai cinque vincitori l’Agenzia del Demanio ha incamerato 1603 immagini. Le potrà pubblicare, gratuitamente, in riviste, internet, locandine, monografie. Fatti due calcoli: 3,119 euro a immagine. E il popolo dei professionisti che campano di fotografia? La risposta di Trilussa è sempre valida: E er popolo? Se gratta. E.P.