La nuova mirrorless Sigma fp-L si distingue per elevata risoluzione e prestazioni in un corpo incredibilmente compatto. Interessante anche il nuovo mirino esterno
Una nuova fotocamera Sigma non passa inosservata. Oramai da anni la Casa giapponese, nota e apprezzata per gli obiettivi che costruisce con innesti per le varie marche di fotocamere, periodicamente ci stupisce con l’uscita di una fotocamera. Sono sempre apparecchi fuori dal coro che presentano caratteristiche particolari. Una filosofia iniziata con Michiiro Yamaki, il fondatore di Sigma e continuata, oggi, dal figlio Katzuto Yamaki. Così abbiamo avuto reflex Sigma con il particolare sensore Foveon e, di recente, la mirrorless siglata fp. Particolarissima per il suo essere la più piccola e compatta al mondo che ben poco concede all’estetica, ma tanto alla praticità. In pratica un modulo che si può personalizzare su misura per le nostre abitudini ed esigenze fotografiche e video. Il nostro TEST della Sigma fp
Altra novità della fp è stato l’abbandono del sensore Foveon per un più classico sensore Bayer retro illuminato. L’appena annunciata Sigma fp-L, dotata di innesto L, come indica la sigla, ne segue le orme con alcune novità, tra le quali la più importante è il sensore Bayer pieno formato retro illuminato da 61 Megapixel. Questo permette ritagli d’immagine estremi, senza perdita di qualità, non solo per la fotografia, ma anche per il video.
Chi è nato con la fotografia a pellicola sa che spesso si preferiva una fotocamera di medio o grande formato perché consentiva di ritagliare, cioè ingrandire particolari del negativo senza perdita di qualità. Ed era come usare un obiettivo di focale più lunga… senza averlo.
Gran numero di pixel anche per lo schermo LCD, che è touch e permette d’impostare con le dita il ritaglio.
In tema di precisione, questa volta non di particolari d’immagine, ma di efficienza di messa a fuoco, non va sottovalutato il sistema di messa a fuoco ibrido, che unisce quello a contrasto d’illuminazione a quello a contrasto di fase.
La Sigma fp-L soddisfa anche l’esigenza di chi lamentava la mancanza di un mirino EVF. Per mantenere le dimensioni al minimo anche in questo nuovo modello non è presente nel corpo macchina, ma è fornito come accessorio da infilare nella slitta a contatto caldo. È siglato EVF-11 ed è dotato di uno schermo OLED da 0.5 pollici con un alta risoluzione di 3.68 Mega.
Interessante, tra le novità offerte, la possibilità di salvare i settaggi della fotocamera come codice QR, in modo automatico ad altre fotocamere della serie. Esigenza molto professionale, certamente, ma che con questa soluzione è molto facilitata.
Per il professionista che la usa per lunghe sessioni in studio e per il videomaker che deve riprendere avvenimenti che si protraggono nel tempo, la fp-L offre la possibilità dell’alimentazione via porta USB, mediante cavetto collegato sia a una batteria, sia a un alimentatore di rete. Sempre attraverso la medesima USB e con il relativo software, l’apparecchio può essere usato come webcam alimentata dallo stesso computer cui è collegata.
Infine, interessante per i videomaker specialmente, la possibilità di settare in automatico più di quindici modalità colore, senza doverle ricreare in post produzione.
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