Dal dagherrotipo allo smartphone, passando per Woody Allen ed Eugène Ionesco. Potremmo iniziare così il nostro commento sugli ultimi dati della CIPA.
CIPA (Camera & Imaging Products Association in Japan) è l’ente cui aderiscono i produttori di fotocamere giapponesi: in pratica tutti quelli che al mondo costruiscono macchine fotografiche. Ogni anno pubblica le statistiche di vendita, produzione e penetrazione di mercato dei prodotti fotografici.
A leggere le ultime viene da parafrasare un noto aforisma, attribuito vuoi a Woody Allen, vuoi ad Eugène Ionesco: il dagherrotipo è morto, la pellicola è scomparsa e il digitale non sta troppo bene.
Che la fotografia non goda più dei successi passati è sotto gli occhi di tutti: basta contare nelle nostre città quanti negozi fotografici sono rimasti. Non è solamente un modo differente di distribuire il prodotto, leggasi la concorrenza delle vendite via internet. La macchina fotografica non è più l’oggetto del desiderio. La macchina fotografica, si noti, non la fotografia. Non si sono mai realizzate tante immagini come di questi tempi. È lo strumento a non avere più l’attrattiva di oggetto tecnologico all’avanguardia, da esibire. Oggi quell’oggetto è lo smartphone.
E così sono dati mesti, quelli del CIPA. Rispetto all’anno passato le DSLR sono calate del 21.8%, le compatte del 31.6%, gli obiettivi per formati inferiori al full frame del 26.6%, gli obiettivi per full frame del 4.9%. Ma il dato che stupisce di più è il 14.8% in meno fatto registrare dalle mirrorless in generale: full frame, APS-C e MicroQuattroTerzi. Il futuro? Quello sta sulle ginocchia di Giove, dicevano nella Grecia antica.