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Una medio formato digitale, oggi, non è notizia usuale. Pentax ci prova e dal modello 645D uscito nel 2010, sviluppa un nuovo apparecchio basato su tecnologie all’avanguardia e in grado di riprendere in Live View. La Pentax 645Z si basa su un nuovo sensore Cmos da 51.4 Mega con un’area d’immagine pari a 43.8x32.8mm, abbinato a un potente processore privo di filtro anti aliasing, il PRIME III. Un motore che grazie alle sue capacità riesce a sfruttare al meglio la grande risoluzione del Cmos, a garantire una buona velocità operativa e ad assicurare il minimo rumore alle alte sensibilità, che in questa fotocamera raggiungono il valore di 204.800 ISO!

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La visione attraverso lo schermo LCD delle fotocamere può essere migliorata grazie all’uso di un semplice accessorio fornito da Sevenoak. Si tratta di un mirino ingranditore da montare sulla macchina fotografica sfruttando la presa per il treppiede. Il mirino poi si appoggia sulla superficie del display e consente di vedere bene l’immagine ingrandita con la visione pressoché totale di un monitor da 3 pollici. Il montaggio all’attacco per treppiede consente di utilizzarlo su qualsiasi fotocamera.

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La nuova compatta di casa Olympus non fa sconti a nessuno. Nata per il viaggio e il reportage veloce, la Stylus SH-1 propone un’estetica gradevole, un corpo compatto, zoom da 24x e, per la prima volta su una fotocamera di questo segmento, la stabilizzazione su 5 assi. Quella che corregge il mosso qualsiasi movimento facciamo, anche, e soprattutto, in video e da mezzi in movimento. La Stylus SH-1 ha anche l’orizzonte artificiale che permette di controllare se le immagini sono dritte e perfettamente centrate.

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Vale la pena parlare delle microSD non tanto per tablet, smartphone e altre diavolerie simili, ma per la fotografia. L’ultima nata in casa Nikon, infatti, la Nikon 1 V3, utilizza questo tipo di scheda. Una novità assoluta per le fotocamere, che fino ad oggi, anche tra le mirrorless, hanno sempre puntato sulle SD. Sarà una nuova tendenza. Certo è che le microSD, di dimensioni realmente micro, permettono di miniaturizzare ancor di più gli apparecchi. E oggi hanno raggiunto prestazioni di altissima qualità.

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Lo conoscevo per le sue fotografie scientifiche. Le avevo viste al Sicof, il salone della fotografia che allora si teneva al palazzo dell’Arte, a Milano, nel parco Sempione. Salivi quella scalinata che porta al primo piano sfiorando oscillanti gigantografie di Donna Jordan, modella di un Toscani agli inizi e, arrivato in cima, eri accolto da una fila di sue fotografie. Univano il rigore dell’immagine scientifica alla bellezza della ricerca estetica. Appassionato di conchiglie, aveva convinto il dentista a prestargli l’apparecchio dei raggi X e le aveva radiografate. Poi colorate usando l’artigianale tecnica del Color Key. Immagini che svelavano inaspettate e geometriche strutture.

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